mercoledì 4 aprile 2012

               
                                                         Altra Stazione
le persone che partecipano al Via Crucis ...

Da una stazione all'altra ...

Una stazione nel Barrio "Monasterio"

 

                                                                                                                                         04/04/2012

VIA CRUCIS

Durante questo tempo di Quaresima tutti i venerdì sera dal nostro centro pastorale, alcuni gruppi si riuniscono alle 19,30 per poi andare insieme a pregare la Via Crucis nei vari quartieri o “barrios”.

Ogni “barrio” ha un nome , quello dove è situata la nostra casa, si chiama Virgen de Cotoca, qui due gruppi si fermano per recitare questa preghiera andando di casa in casa insieme ad alcuni giovani che si preparano al Sacramento della Cresima.

Altri gruppi sempre di ragazzi che si preparano a ricevere questo Sacramento, vanno un po’ più lontano, nei seguenti quartieri: “Rincon del Tigre”, “Urkupiña”, “Juan Parada”, “Monasterio”, “Tre de Mayo”, “Tierras Nuevas”, “San Jorge”, insieme ai catechisti, a noi missionarie o ad alcuni volontari dell’Immacolata – Padre Kolbe. Ogni barrio ha un suo responsabile che è incaricato di cercare le 14 famiglie che preparino come un piccolo altare, fuori della casa, uno per ogni stazione della Via Crucis.
Le persone sono molto accoglienti e sempre disponibili a pregare e a preparare il tavolino dove pongono una immagine di Gesù o della Madonna, insieme alle candele che, però, quando tira vento, si spengono subito.
Il primo anno che ho partecipato a questa pratica devozionale nelle case, mi sembrava tutto un po’ “strano”, invitare la gente con il megafono mentre si raggiunge la prima casa/prima stazione, pregare fuori, lungo le strade, organizzare i giovani per la lettura delle varie stazioni, nonché i bambini che con allegria quasi si litigano la croce da portare da una stazione all’altra, animare la gente a pregare e a cantare … Abituata com’ero alla “comoda” Via Crucis in Parrocchia guidata dal parroco alla quale partecipavo certo con fervore, senza distrazioni, pensando a tutto ciò che ha patito Gesù per ciascuno di noi. Però sicuramente non vivevo le situazioni di sofferenza di tante persone che qui accompagnano ogni venerdì, in silenzio, questa croce che sembra così leggera, ma che sicuramente molta gente deve portare quotidianamente con forza perché è davvero pesante.
Un venerdì un catechista tenendo la croce di legno prima di iniziare il momento di preghiera, ha detto scherzando: “Questa croce è troppo grande!” e la signora della casa dove stavamo e dalla quale si doveva cominciare, ha replicato seria e con un poco di sofferenza: “Se sapesse come è pesante la croce che devo portare io tutti i giorni”.
Ciò mi ha fatto pensare molto. La Via Crucis che preghiamo ogni venerdì mi fa ricordare ancora una volta che il volto sofferente di Gesù è impresso nel volto di quel bimbo che non ha mai conosciuto suo padre, di quel giovane distrutto dalla droga, di quell’adulto che sta morendo di cirrosi, di quella mamma che ha rifiutato suo figlio ancora prima che nascesse, di quell’anziano rimasto solo, di quel marito che ha abbandonato la famiglia per andare a vivere con un’altra e la lista potrebbe continuare.

Nonostante ciò, la consapevolezza che dopo la passione ci sarà la Resurrezione gloriosa dona speranza. Che bello! Allora i volti non saranno più di sofferenza, né di abbattimento, né consumati dalla violenza, saranno volti pieni di luce e di gioia.

Grazie Signore Gesù per aver donato la tua vita per noi e averci salvato con la tua morte e risurrezione.