venerdì 15 luglio 2011

MISSIONARIE DELL’IMMACOLATA – MISSIONE MONTERO – BOLIVIA


Svolgiamo il nostro apostolato e viviamo in comunità, a Montero, 9 missionarie, precisamente:
Angela che è la Direttrice locale
Giordana, responsabile del centro medico San Massimiliano Kolbe
Maxima, infermiera, lavora al centro medico e coordina i catechisti dei ragazzi che si preparano a ricevere il Sacramento della Cresima
Marisa, sta studiando ”Scienza delle comunicazioni” e si occupa del gruppo della Milizia dell’Immacolata
Cristina, visita gli abbonati nelle loro case e consegna la nostra rivista, responsabile di alcuni gruppi giovanili e di adulti, accompagna spiritualmente i seminaristi.
Raquelita si occupa del centro pastorale, del coro e coordina i catechisti dei bambini che si preparano alla Prima Comunione
Elena, visita gli abbonati nelle loro case e consegna la rivista, fa parte del gruppo “Ama e salva la vita”, si occupa della preparazione al Sacramento del Battesimo dei bambini
Julia, coordinatrice e professoressa di religione nella scuola “San Massimiliano Kolbe”
Annalisa, lavora al servizio sociale San Massimiliano Kolbe e si occupa del gruppo dei chierichetti grandi, piccoli e delle chierichette “in formazione”
Ignacia, missionaria in famiglia, lavora al servizio sociale e collabora nella parrocchia
Inoltre una missionaria, Vicky, lavora e vive a Santa Cruz

FAMIGLIA in DIFFICOLTA’

La situazione di molte famiglie qui a Montero è precaria, la maggior parte delle persone non ha un lavoro fisso, gli uomini lavorano come muratore “a giornata” o, quando va bene, a settimana, alcuni se ne vanno per un tempo al “campo” cioè nelle campagne dove trovano lavoro di agricoltura o con le vacche. C’è anche chi lavora nella fabbrica di zucchero che viene prodotto dalle canne da zucchero che vengono  coltivate in abbondanza, poi ci sono i famosi “motisti” cioè moto-taxisti che, in genere guadagnano abbastanza bene quotidianamente, sempre se trovano clienti …
Il papà di alcuni ragazzi che frequentano il nostro centro aveva un lavoro abbastanza sicuro in una fabbrica però a causa di un infortunio al ginocchio lo ha dovuto lasciare e la famiglia si è trovata in gravi condizioni economiche. Avevano chiesto un mutuo per aprire una “venta” come la chiamano qui, cioè una vendita di generi alimentari, in prossimità della casa, però non è andato bene, si può dire che hanno fatto fallimento e si sono trovati senza lavoro e con il debito da pagare alla banca. Sono venuta a conoscenza di questa situazione solo quando uno dei ragazzi più grandi un giovedì sera, dopo l’Adorazione Eucaristica si è messo un po’ a parlare e mi ha raccontato della situazione economica della sua famiglia. Ciò che più mi è rimasto nel cuore e nei pensieri per molti giorni sono state le parole di questo ragazzo quando ha detto che non avevano da mangiare e che voleva chiedere in prestito 10 bs per comprare un poco di pane per i suoi fratelli più piccoli dicendo: “Hanno fame”. Questa breve e semplice frase ha risuonato dentro di me come un martello e ogni volta che mi inginocchiavo davanti a Gesù nell’Adorazione Eucaristica vedevo il volto preoccupato del ragazzo per i suoi fratellini che, come ha detto, già da diverse sere andavano a letto senza cena, bevendo solo un poco di thè. Dopo alcuni giorni ho parlato anche con l’altro fratello maggiore che pure lui era angosciato, ha detto che non sapeva cosa fare, stava cercando lavoro per aiutare la famiglia, però sta anche terminando gli studi e aveva voti bassi in alcune materie perché non poteva comprare il materiale scolastico necessario per presentare i compiti.
La loro mamma quando è venuta al servizio sociale, con le lacrime agli occhi mi ha detto che si stava “desanimando” (scoraggiando), perché la sua preoccupazione più grande è finire di pagare il mutuo e nello stesso tempo non ha i soldi per comprare da mangiare ai suoi figli.
Mentre ascoltavo questi giovani e la loro madre mi chiedevo: “Cosa posso fare?”, certo dare aiuto materiale è semplice, un poco di riso, un po’ di zucchero, alcuni quaderni, penne, ma non è solo questo. Ho cercato di trasmettere loro il mio affetto, il mio “esserci”, il mio condividere questo momento di difficoltà e sofferenza invitandoli a non perdere la speranza e a pregare il Signore e la Vergine Maria che, ho detto loro, sono sempre al loro fianco. Sento sempre più forte questa “missione”: trasmettere l’amore di Dio a questi fratelli e sorelle boliviani.
Adesso i ragazzi più grandi hanno trovato un lavoro anche se saltuario e il papà sta lavorando “al campo”, il peggio sta passando … tutto andrà meglio, presto la famiglia finirà di pagare il mutuo e i bambini non andranno a dormire senza cena, non avranno più fame.
Gesù continua a ripetere ancora oggi a questa e a tante altre famiglie:
“Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.” (Lc. 6, 20-21).

                                                                                    Annalisa

Montero, 28 Giugno 2011


Oggi, dopo un po’ di tempo, è venuto al servizio sociale il piccolo Pablo con le sue zie. Il vederlo mi ha riempito di gioia e l’ho stretto in un forte abbraccio che lui ha ricambiato insieme ad un dolce sorriso. Il bimbo è orfano di madre, ha altri fratelli, due dei quali vivono con il papà, l’altro con una zia e lui, il più piccolo con zia Maria. Quando lo vedo mi fa tanta tenerezza pensando che non ha più la mamma, della quale ha tanto bisogno. Grazie a Dio la zia si sta prendendo cura di lui, non gli fa mancare niente e sicuramente gli dà quell’affetto materno fondamentale soprattutto in questo tempo della sua infanzia.
Il padrino che sta sostenendo a distanza Pablo, si è affezionato tantissimo a questo bambino e ha mandato una lettera davvero bella che ha fatto commuovere la zia e anche me. Questo pomeriggio mentre ne parlavamo, alla zia sono scese lacrime di commozione che mi hanno contagiato.
Desidero riportare le sue testuali parole perché è una testimonianza molto bella:
“Al mio piccolo Pablo
Ti penso sempre e tutte le sere prego per te, spero che tu possa sentire i benefici della mia preghiera, ogni giorno che passa sento che il nostro rapporto cresce anche se non ci conosciamo di persona sei  sempre nel mio cuore e nei miei pensieri……….
Sai questa adozione a distanza mi fa stare molto bene anche a me perchè dal giorno del tuo compleanno ho iniziato ad andare a Messa quotidianamente  e questa cosa sento che mi rende più forte nell’affrontare la vita quotidiana, nella nostra lontananza ci unisce la FEDE in GESU e MARIA.
Ti voglio tanto bene  e ti auguro per il tuo futuro di veder realizzarsi tutti i tuoi sogni che hai nel tuo piccolo cuore”.

Ho salutato il “piccolo Pablo e, gli ho detto che il padrino gli manda un bacio e abbraccio grande, stringendolo forte con il desiderio di trasmettergli quell’amore gratuito che giunge da oltreoceano e che, posso dirlo senza incertezza, davvero non ha confini.  


                                                                                             Annalisa