mercoledì 23 ottobre 2013




JENNY

Jenny è una bambina molto dolce, con un sorriso splendido e dai suoi occhi traspare la gioia di vivere però abituata già come una adulta. La sua famiglia è molto umile, ha una sorella e un fratello maggiori, ma anche due fratelli minori di lei che spesso si incontrano soli nella casa o, peggio, nella strada.
La scorsa settimana Jenny voleva cucinarsi qualcosa da mangiare e si è rovesciata l’olio bollente su un piede, alcuni parenti l’hanno curata come hanno potuto invitando la mamma a portarla dal medico, ma non l’ha mai portata. E’ una bimba sicuramente abituata al dolore, ha sopportato e ha continuato ad andare a scuola nonostante l’ustione fosse piuttosto grave.
E’ un miracolo che la ferita non si sia infettata nella situazione in cui vive: sempre in mezzo a cose riciclate, da vendere, a polvere e a qualche animale.
La povertà interiore è grande, la mamma è una povera donna che come occupazione ha quella di cercare tra la spazzatura qualcosa di utile per poter racimolare un poco di soldi. Ci sarebbe da chiedersi con che valori educa i figli.
Il papà molte sere rientra a casa ubriaco senza prestare attenzione a Jenny né ai suoi fratelli, abituati a non ricevere un abbraccio o una carezza.
Quando la vedo mi fa tanta tenerezza e vorrei vederla con il volto lavato, i vestiti smacchiati e senza pensare di dover cucinare.
Forse sarebbe più felice in un “hogar” con tanti altri bambini, un collegio dove può imparare a diventare donna pian piano senza bruciare le tappe.
Abbiamo parlato con l’assistente sociale, la burocrazia anche qui farebbe perdere la voglia di continuare a lottare per poter dare un futuro migliore e soprattutto un affetto a tanti bambini che, come Jenny, non vivono il calore di una famiglia, il confort di una casa pulita e tutto il resto.

Nonostante ciò desideriamo continuare nel nostro servizio di formazione, promozione umana e, per quanto possibile, con aiuti concreti, nella certezza che con l’aiuto del Signore qualcosa cambierà.