domenica 21 aprile 2013

Alcuni bimbi giocano: esprimono voglia di vivere


UN ANGELO IN CIELO
 

Venerdì mattina, all’alba il Signore ha chiamato a sé “Marchito”, un ragazzino di soli 12 anni malato di leucemia. Lo scorso anno aveva festeggiato il suo compleanno, in maggio, all’ospedale oncologico, quest’anno lo festeggerà in cielo.

Marco ha sofferto molto per questa implacabile malattia che - come spiegava la dottoressa a lui e alla mamma, si tratta di “tumore al sangue”, però il bimbo non si lamentava, è sempre stato generoso e quando gli regalavano qualcosa lo condivideva con i suoi fratelli.

La scorsa settimana ha avuto l’influenza, le sue difese si sono abbassate, è stata necessaria una trasfusione di sangue però non ha ottenuto i risultati sperati. Giovedì Marco ha chiesto di tornare a casa, non voleva più stare in ospedale e la mamma ha raccontato che le aveva detto che sarebbe morto. Un presentimento? Un voce?

“Marchito” come lo chiamano affettuosamente i suoi familiari e amici se ne è andato nel sonno, in silenzio, come suo solito, senza fare rumore, nella sua innocenza di ragazzino sorridente e generoso, pieno di voglia di vivere.

Lo hanno vestito con camicia e pantaloni bianchi, che aveva indossato per la sua Prima Comunione,  immerso nei fiori bianchi, sembrava proprio un angioletto.

La mamma lo ha sempre assistito e curato con molta dedizione e affetto, cercava di soddisfare i suoi semplici desideri e circondarlo di amore, come solo una madre sa fare.   Il papà spesso ubriaco forse non si è mai reso conto fino in fondo della gravità della malattia, faceva resistenza quando il bambino doveva andare all’ospedale per i controlli.

I fratelli gli sono sempre stati vicino facendolo giocare, accompagnandolo dalla nonna o aiutandolo a fare i compiti.

A noi, oggi, è dato di condividere il dolore della famiglia e di stare accanto alla mamma, al papà e ai fratelli, soprattutto in questo momento di dolore, con un abbraccio, una parola di conforto o una semplice stretta di mano.

Sicuramente Marco ha lasciato un vuoto in molti cuori, umanamente le lacrime scendono dagli occhi e forse una domanda sale spontanea nella mente: “Perché Signore? Perché proprio lui? E’ solo un ragazzino!”.

Solo Dio conosce la risposta, a noi è dato di credere che con la morte la vita non è terminata, la morte corporale è solo un passaggio da questo mondo alla eternità, noi cristiani sappiamo che risusciteremo a nuova vita perché Gesù Cristo è morto, fu sepolto e ha resuscitato. Coloro che credono in Cristo infatti non rimarranno morti, ma saranno risuscitati in vita eterna. Questa è la nostra speranza.

Marco adesso sicuramente è un angioletto in cielo che intercede per noi, adesso è lui che dall’alto ci protegge e ci tende la mano.

Grazie “Marchito” per il tuo bel sorriso, per i tuoi occhi pieni di luce, per la tua serenità, per la tua amicizia e per la tua bontà. Rimarrai sempre nei nostri cuori!
Hasta pronto en el cielo!